DeepEXR – Fondamenti
EXR è un contenitore versatile ed aperto a numerose implementazioni: pass multipli, 32Bit, etc.
DeepEXR può a buon titolo essere considerata una evoluzione di EXR: questo formato consente di gestire il campionamento della profondità dell’immagine al fine di rimuovere artefatti lungo i bordi delle figure, cotruire composizioni 3D stratificate e complesse, migliorare la resa di effetti nella profondità di campo ed VFX volumetrici / particellari.
Un’immagine DeepEXR può essere letta e gestita come una normale immagine bidimesionale EXR, oppure – attraverso un set di strumenti dedicati – può essere visualizzata come point-cloud in uno spazio 3D.
Con DeepEXR è possibile effettuare inserimento di modelli 3D aggiuntivi, elementi 2D posizionati su piani, inserimento di luci 3D, etc.
La creazione e la gestione di render DeepEXR richiede un flusso di lavoro dedicato tra Maya/Arnold e Nuke, come illustrato qui di seguito.
Consideriamo una scena molto semplice, costituita da solidi e un volume (fog).
Cliccare qui per scaricare immagini DEEP EXR da testare nel flusso di lavoro dedicato.
Cliccare qui per scaricare la camera (POV) in formato FBX.
![](https://i2.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/elementi_della_scena.jpg?fit=1024%2C943&ssl=1)
![](https://i1.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/scena.jpg?fit=1024%2C561&ssl=1)
![](http://www.lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/oggetti.jpg)
![](http://www.lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/fog.jpg)
![](http://www.lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/render_totale.jpg)
Per utilizzare le potenzialità di DeepEXR è necessario configurare “render settings” selezionando “DeepEXR” in “Common / Image Format”.
![](http://www.lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/deepEXR_render_settings.jpg)
Le sequenze di immagini generate a conclusione del processo di rendering si presentano come consuete immagini EXR se importate con il nodo “read” in Nuke.
![](https://i2.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/deepEXR_normal_read.jpg?fit=961%2C1024&ssl=1)
Utilizzando invece il il nodo “DeepRead” presente nell’apposito Menu “DeepEXR” è possibile avere accesso alle caratteristiche proprie di queste immagini.
![](https://i0.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/DeepREAD_EXR_Nuke.jpg?fit=1024%2C785&ssl=1)
Utilizzando in cascata al nodo “DeepRead” il nodo “DeepToPoint” possiamo avere accesso alla visualizzazione di un flusso di lavoro 3D completo.
![](https://i1.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/point_cloud_deep_data_objects.jpg?fit=1024%2C829&ssl=1)
![](https://i0.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/point_cloud_deep_data_volume_fog.jpg?fit=1024%2C829&ssl=1)
Grazie all’utilizzo dei dati di profondità di DeepEXR in una scena 3D è possibile inserire anche contributi 2D o 3D con le metodologie consuete
![](https://i1.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/inserimento_2d_deepEXR.jpg?fit=989%2C1024&ssl=1)
Attraverso l’utilizzo di nodi “merge” dedicati (MergeDeep) è possibile utilizzare fondere i singoli contenuti all’interno della composizione, rispettando la posizione e la profondità di ogni elemento.
![](https://i2.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/sovrapposizione_2d_con_deep.jpg?fit=811%2C1024&ssl=1)
A conclusione dell’interimento di elementi 2D o 3D nella composizione è possibile convertre i contributi in file di immagine “standard” ed utilizzare il consueto flusso di lavoro di Nuke.
![](https://i0.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/04/effetto_2D_riflesso_Cryptomatte.jpg?fit=829%2C1024&ssl=1)
Di seguito un breve video dei principali passaggi.
Utilizzo di maschera HoldOut
DeepEXR è una tecnologia recente e molto onerosa in termini di risorse per i PC meno performanti. Per questo è possibile utilizzare “HoldOut” è ricavare da un nodo “DeepMerge” una maschera alpha, in grado di rappresentare il decadimento di visibilità dovuto a sistemi particellari ed atmosferici.
![](https://i2.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/05/alpha_from_holdout.jpg?fit=1024%2C574&ssl=1)
Una volta ottenuta la maschera Alpha è possibile inserirla all’interno di un normale flusso di lavoro EXR come “mask” di un nodo “Merge” (2D).
![](https://i0.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/05/holdout_node_tree.jpg?fit=1024%2C687&ssl=1)
![](https://i2.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/05/deep_exr_inside_2d_tree.jpg?fit=950%2C1024&ssl=1)
![](https://i1.wp.com/lucaorlandi.com/wp-content/uploads/2020/05/holdout_deepEXR_risultato_finale.jpg?fit=1024%2C569&ssl=1)